STUDIO SCIENTIFICO: NELLE PATOLOGIE TUMORALI EVITARE I CIBI RICCHI DI POLIAMMINE (PUTRESCINA, CADAVERINA, SPERMINA…)

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IL TEMA DELLE POLIAMMINE SUI CIBI E’ UN ARGOMENTO COMPLICATO DA SAPER INTERPRETARE PER QUESTO VI CONSIGLIAMO DI LEGGERE TUTTO L’ ARTICOLO PER INTERO.

PubMed, la più autorevole fonte scientifica mondiale (considerata la ‘bibbia’ dell’ambiente medico scientifico) , riporta i dati riguardo il contenuto di poliammine (putrescina,cadaverina,spermina..) in cima alla lista di cibi ricchi di putrescina troviamo le arance, mandarini e pompelmi...etc… cibi ricchi di spermidina troviamo al primo posto i piselli, formaggi….etc.... invece cibi ricchi di spermina al primo posto troviamo la carne macinata e salumi…etc....

TABELLA COMPLETA DEI CIBI CHE CONTENGONO POLIAMMINE:

FONTE: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2848593/table/T2/
FONTE: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2848593/table/T2/

LO STUDIO SCIENTIFICO COMPLETO PUBBLICATO SU PUBMED LO POTETE LEGGERE QUI: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2848593/

L’ABSTRACT di PubMed riporta testualmente: “…Riducendo la concentrazione di poliammine (spermina, spermidina e putrescina) nel pool corporeo può rallentare il processo del cancro…”

All’ interno di questo studio viene citato un altro studio importante che ci dice che:

Studi nei ratti indicano che il 10% di putrescina alimentare, il 40% di spermidina alimentare, e l’8% di spermina alimentare sono conservati nei tessuti del corpo                                                             (FONTE: Bardocz S, Grant G, Hughes EL, Duguid TJ, Brown DS, Pusztai A. assorbimento, distribuzione e metabolismo di dieta putrescina, spermidina e spermina nei ratti. In:. Bardocz S, Bianco A, Gyongyi H, redattori COST 917: biogenicamente ammine attivi negli alimenti. Vol. II: Effetti metabolici di ammine biologicamente attive negli alimenti. Commissione europea; Lussemburgo, Belgio: 1998. pp 106-111..)

Vuol dire che la putrescina, rimane su una soglia bassa del 10% sui tessuti corporei dei ratti, quindi anche se le arance, pomplemi e mandarini contengono tanta putrescina, solo il 10% rimane nei tessuti corporei dei ratti, tutto il resto viene smaltito, invece la spermidina contenuta soprattutto nei formaggi e piselli rimane nei tessuti corporei su una soglia del 40%, 8% invece la spermina.

All’ interno dello studio viene citato un altro studio fatto sugli uomini per quanto riguarda le poliammine, che sta esaminando l’effetto della somministrazione di difluorometilornitina un inibitore suicida delle poliammine. L’inibizione della sintesi delle poliammine si è rivelato generalmente inefficace come strategia antitumorale negli studi clinici, ma è una strategia di chemioprevenzione del cancro potente in studi preclinici. Gli studi clinici, con obiettivi ben definiti, sono ora in corso per valutare l’efficacia chemopreventive di inibitori della sintesi di poliammine in una vasta gamma di tessuti.             Lo studio è stato pubblicato su Pubmed —>  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15510159

Ricordiamo comunque che le arance in fase preventiva, come ci ricorda l’ A.I.R.C. hanno un notevole effetto antiossidante e studi scientifici dimostrano che in particolare le arance rosse sono quelle che contengono più antocianine, potenti antiossidanti. Hanno un’importante funzione preventiva, in quanto favoriscono la disintossicazione dell’organismo. E sono particolarmente utili nel prevenire i tumori all’ esofago e al fegato.

Evidentemente però nonostante le arance ci proteggono in fase preventiva dai tumori, invece in caso di malattie tumorali come affermano alcuni medici esperti di nutrizione oncologica i cibi ricchi di poliammine (come le arance, mandarini, pompelmi, pomodori etc…) vanno sospesi perchè ricchi di poliammine e le cellule cancerose sono molto golose  di poliammine. Come afferma però il Dottor Berrino non ci sono dei forti studi sicentifici a sostegno di ciò, per cui non si può sostenere che effettivamente questa frutta faccia male. Però se si ha un tumore sarebbe prudente mangiare altri tipi di frutta e di verdura.

SENTIAMO IL PARERE DI ALCUNI GRANDI ESPERTI SULLA NUTRIZIONE ONCOLOGICA, SUL TEMA POLIAMMINE NEI CIBI

Dottor Franco Berrino
Dottor Franco Berrino

Come afferma il Dottor Franco Berrino medico oncologo è prudente, in soggetti con patologie tumorali inoltre, evitare i cibi ricchi di poliammine  (sostanze indispensabili alla proliferazione cellulare);come agrumi (in particolare i succhi di arance),pomodori, melanzane, peperoni, banane, kiwi, frutti tropicali. Anche l’altra frutta contiene poliammine, ma in quantità minore, e i frutti di bosco non ne contengono che tracce. La frutta è raccomandata per la prevenzione del cancro, ma non è detto che sia utile per chi si è ammalato. Altre fonti importanti di poliammine sono i molluschi bivalvi e la putrefazione intestinale delle proteine in chi ha una dieta ricca di cibi animali. Non sono stati fatti importanti studi clinici, ma poiché le cellule tumorali sono avidissime di poliammine pare logico ridurne il consumo.

La frutta, inoltre, è molto ricca di sostanze antiossidanti (vitamine e polifenoli), utili per prevenire i tumori ma potenzialmente pericolose quando un tumore c’è già, perché potrebbero impedire ai radicali liberi di uccidere le cellule tumorali. Sia la radioterapia sia molte chemioterapie uccidono le cellule tumorali aumentando i radicali liberi. In alcuni ambienti si consiglia ai malati di cancro di consumare in abbondanza centrifugati o estratti di frutta e verdura; togliendo le fibre e la necessità di masticare i centrifugati consentirebbero di assumere grandi quantità di frutta e di aumentare l’assorbimento delle sostanze potenzialmente protettive che contiene. Può essere utile per un breve periodo di disintossicazione, ma è meglio essere prudenti, perché si rischia di aumentare troppo l’assunzione di sostanze antiossidanti, che potrebbero proteggere le cellule tumorali. È prudente che i malati di tumore non assumano integratori con alte dosi di vitamine o minerali antiossidanti: uno studio su 90 pazienti operate per cancro della mammella e trattate con cocktail di beta-carotene, vitamina C, selenio, zinco, coenzima Q e vitamina B3 ha mostrato una maggiore frequenza di recidive rispetto a pazienti identiche non trattate. È un piccolo studio, ma anche in sistemi sperimentali in cui si induce il cancro mammario con sostanze cancerogene la somministrazione di antiossidanti  (vitamina E) promuove la crescita del cancro mammario.

Si sa che il tumore ha bisogno di glucosio, si sa che la proliferazione dei tumori è stimolata dalle sostanze delle infiammazioni, si sa che la proliferazione dipende dai fattori di crescita.

Cosa sono le poliammine e in quali alimenti si trovano

Le poliammine sono sostanze molto semplici. La più semplice si chiama putrescina: sono sostanze indispensabili per la proliferazione cellulare e i tumori sono molto avidi di queste sostanze. Ci sono due principali fonti di queste sostanze nell’ alimentazione: una è la putrefazione intestinale delle proteine in chi ha una dieta onnivora o carnivora, perché in chi ha una dieta vegetariana i microbi intestinali non hanno gli enzimi per fabbricare tutte queste poliammine. Io, per non saper né leggere né scrivere, dico: non andiamo a dargliele anche noi queste sostanze.
Una fonte è la putrefazione intestinale delle proteine, l’altra fonte importante è la frutta: molte frutte contengono poliammine, in particolare gli agrumi, le solanacee, i pomodori e le melanzane, e la frutta tropicale, in particolare le banane. Allora io dico: benissimo che il malato tumorale mangi la frutta, ma, magari non esageri con questi tipi di frutta. Però non ci sono degli esperimenti sull’ uomo, per cui non posso sostenere che effettivamente questa frutta faccia male. Però se si ha un tumore sarebbe prudente mangiare altri tipi di frutta e di verdura.

INTERVISTA AL DOTTOR BERRINO SULLE POLIAMMINE DELLE ARANCE:

FONTE:

  • http://coachalimentare.it/dieta-malati-oncologici-franco-berrino/
  • http://lastella.altervista.org/evitare-i-cibi-ricchi-di-poliammine-ecco-quali-sono-e-cosa-devi-sapere/
Dott.ssa M. De Petris
Dott.ssa M. De Petris

La dottoressa Michela De Petris medico specializzata in nutrizione oncologica afferma che: le poliammine sono delle molecole indispensabili per la crescita ed il normale sviluppo cellulare. L’apporto alimentare di poliammine dipende dal consumo di frutta, salumi e formaggi stagionati (in cui sono contenuti già preformati) e dalla conversione di alcuni amminoacidi (lisina ed arginina presenti in abbondanza nei cibi di origine animale) ad opera della flora batterica intestinale.

Non è corretto parlare di pro-cancerogenicità in assoluto delle poliammine, ma di attività stimolante la proliferazione cellulare; funzione indispensabile per i bambini nell’età della crescita e per la riparazione dei tessuti, peculiarità meno gradita (o addirittura pericolosa) nelle persone anziane, in presenza di tumori o negli ex-fumatori.

Le poliammine infatti agiscono indistintamente su tutte le cellule; non solo su quelle sane stimolandone favorevolmente la crescita, ma anche su quelle danneggiate, mutate o neoplastiche promuovendo la crescita tumorale.

L’utilizzo della frutta non ha limitazione nei ragazzi e nei fumatori (in cui il beneficio dei suoi antiossidanti supera lo stimolo proliferativo delle poliammine), ma deve essere moderato negli adulti, negli ex-fumatori e nelle persone con un tumore attuale o pregresso.

Kiwi, banane ed arance contengono i maggiori livelli di precursori di poliammine (lisina ed arginino).

La frutta essiccata, a parità di peso, contiene un quantitativo più elevato di poliammine rispetto a quella fresca perchè l’assenza di acqua (che deriva dalla sua disidratazione) ne concentra tutti i componenti.

Per gli adulti il consiglio è quello di non superare i 2-3 frutti al giorno, variandone comunque sempre la scelta.

La Vegpyramid dà delle indicazioni generali per una sana e corretta alimentazione vegana, il consumo di frutta non è da ridurre o da incrementare in assoluto, ma da razionalizzare a seconda del proprio stato di salute.

FONTE: http://www.scienzavegetariana.it/medici/domande/risposta1570.html

Dottor Philippe Lagarde
Dottor Philippe Lagarde

Come dice Philippe LAGARDE Specialista in oncologia università di Parigi e Direttore del  riparto di oncologia Centro SH  San Marino, dobbiamo in un primo momento distinguere due aspetti differenti:

1 – La nutrizione anti-cancro che si riferisce alla prevenzione della malattia,

2 – Il trattamento nutrizionale specifico del malato di cancro.

Si capisce che la prevenzione si indirizza a gente sana mentre  i malati di cancro hanno problemi fisici, meccanici, biologici e mentali che necessitano una nutrizione anche adatta a questi fattori.

In particolare, le terapie anti-cancro sono estremamente pesanti, tossiche e provocano effetti secondari molto importanti.

Molti di questi effetti secondari possono e devono essere curati tramite una nutrizione specifica.

Esistono senza dubbio dei punti fissi validi sia in prevenzione che in trattamento nutrizionale del malato di cancro, in particolare sui principi di base dell’alimentazione.

I fondamenti dell’alimentazione anti-cancro riposano su due principi:

–  ridurre l’apporto delle sostanze  che favoriscono la degenerazione cellulare e la crescità della cellula tumorale.

–  detossificare l’organismo in quanto la ricerca scientifica ha dimostrato che l’aumento dell’inquinamento intra ed extra-cellulare è la causa principale della genesi dei tumori ma anche delle altre malattie gravi.

La cellula maligna  é una « super » cellula impressionante di « intelligenza » e dotata di multiple e diverse capacità. La prima domanda che logicamente dobbiamo fare é:

« Che cosa mangia? Come fa per vivere, crescere, moltiplicarsi?

Ha bisogno in prima linea di :

                1- Ossigeno .

                2- Zuccheri

                3-Poliammine

                4- Fattori di crescita

                5- Tante altre cose che conosciamo male o che ignoriamo ancora.

La soluzione evidente  sarebbe di cancellare  l’apporto di questi nutrizionali.

Ma voglio immediatamente fare capire le difficoltà  che dobbiamo affrontare:

1 – Un grande dilemma viene dal fatto che l’organismo dell’uomo sano ha bisogno di ossigeno, di zuccheri, di poliammine e di fattori di crescità, come la cellula maligna.

Come bloccare l’alimentazione delle cellule maligne senza bloccare quella delle cellule sane? E’ evidente che fare morire di fame le cellule maligne non dando questi nutrizionali é una missione che sembra impossibile e vedremo che non abbiamo la certezza che sia la buona soluzione finale.

2 – La ricerca non risponde chiaramente e le polemiche fra scienziati aumentano la confusione.

3 – Una delle cause della polemica è il fatto che  si confonde la dieta della prevenzione dalla nutrizione del malato di tumore. Anche se troviamo dei punti di incontro , sono due aspetti ben diversi. Prevenire vuol dire impedire alla cellula normale di trasformarsi mentre in presenza di un tumore, composto di cellule maligne, le regole cambiano in quanto dobbiamo impedire la sua crescità e la sua disseminazione.

E lo vedremo, in particolare, con l’ossigeno.

Come diminuire l’apporto di ossigeno al tumore?

Ogni giorno, una cellula sana utilizza mille milliardi de molecole di ossigeno per bruciare l’alimentazione e generare dell’energia.Senza l’ossigeno, la vita è impossibile. Le cellule maligne ,che formano un tumore, non sfuggono a questa regola.

Le prove sono evidenti e la logica viene rispettata.

Il solo modo di privare il tumore dall’ossigeno è di diminuire la formazione del l’angiogenesi che consiste nello sviluppo di nuovi vasi sanguigni a partire da altri già esistenti.

Questa prevenzione del cancro per blocco dell’angiogenesi non è un mito; esiste già dentro il nostro piatto.

In effetti, diversi frutti e verdure che consumiamo sono delle sorgenti privilegiate di molecole che agiscono specificatamente su questi vasi bloccando la loro formazione.

L’assorbimento quotidiano di questi alimenti crea dunque un ambiente ostile ai tumori bombardando costantemente i nuovi vasi sanguigni che cercano di svilupparsi.

La consumazione quotidiana di alimenti contenenti quantità importanti di molecole che bloccano l’angiogenesi rappresenta senza dubbio un modo non indifferente messo a nostra disposizione per diminuire lo sviluppo di un tumore e delle sue metastasi.

In effetti, diversi frutti e verdure che consumiamo sono delle sorgenti privilegiate di molecole che agiscono specificatamente su questi vasi bloccando la loro formazione.

Alcuni esempi di alimenti che aiutano a bloccare l’angiogenesi:

L’uva e i frutti di bosco: lamponi, fragole, mirtilli costituiscono una sorgente privilegiata di polifenoli (acido ellagico, antocianidini e proantocianidini) dal potenziale anticancerogeno.

Il pomodoro: il licopene, pigmento responsabile del colore rosso è il composto essenziale delle sue proprietà anticancerogene; ma esiste un ma: il pomodoro  é molto ricco di poliammine e diconseguenza certi pensano che debba essere eliminato dall’alimentazione.

Il the verde contiene grandi quantità di catechine, delle molecole che possiedono delle proprietà anticancerogene riconosciute in quanto alcune tra queste sono  antiangiogenetiche.

Il curcuma contiene della curcumina che ha un’azione inibitrice sulla crescita delle cellule tumorali soprattutto nel caso di leucemie, cancri delle ovaie e della mammella. Questa molecola agisce bloccando la formazione dei nuovi vasi sanguigni.

Gli agrumi: un’arancia contiene quasi 200 composti diversi fra i quali troviamo una sessantina di polifenoli e diversi terpeni che possono prevenire la progressione del cancro;  inoltre gli agrumi contengono delle vitamine e dei sali minerali.

L’olio d’oliva: è ricco di polifenoli antiangiogenici.

Il cressone: ha un’azione antiangiogenica legata ad una proteina 4E-BP1.

 I glucidi.

I glucidi (comunemente chiamati zuccheri o idrati di carbonio) rappresentano la prima fonte di energia che l’organismo puo’ facilmente utilizzare  e rendere mobile, in caso di sforzo, per esempio.

Ne esistono diversi tipi, caratterizzati per strutture più o meno complesse.

I glucidi ci forniscono il glucosio, combustibile di ogni cellula del nostro corpo.

Per il cervello, il glucosio é infatti l’unica sorgente di energia utilizzabile.

Per una volta tutti i lavori scientifici vanno più o meno nella stessa direzione!

Le cellule tumorali si nutrono di glucosio, ne sono golose, molto di più delle cellule normali.

Questa particolarita’ ha permesso di mettere a punto una tecnica di diagnosi delle cellule cancerogene, il PET-SCAN, ultimo progresso della diagnosi per immagine.

In più, gli apporti di zucchero aumentano la glicemia e la secrezione di insulina, un ormone che si pensa favorisca la crescita delle cellule tumorali.

L’eccesso di zucchero ha anche come effetto quello di aumentare il peso e l’infiammazione, che ne fa la culla dei cancri.

Infine, mangiando meno zucchero, si aumenterebbe l’efficacia del sistema immunitairio e di fatto aiuterebbe a lottare in teoria contro la progressione delle cellule cancerose.

La problematica risiede nel fatto che, come l’ossigeno, anche le cellule sane hanno bisogno di zuccheri.

Di conseguenza, la sua eliminazione totale è impossibile ma la sua riduzione si.

Dobbiamo tuttavia stare molto attenti in quanto l’ipoglicemia è una complicazione che si incontra nei cancri generalizzati.

L’importante è sopratutto scegliere bene il tipo di zuccheri da assumere.

La nozione di zuccheri rapidi e lenti ( di assorbimento) è ancorata nella mente della popolazione. Essa crede che dobbiamo evitare i primi e favorire i secondi. Non é cosi’ semplice. Sopratutto, non è molto importante il problema della velocita’ di assorbimento. L’importante è la scelta degli zuccheri da consigliare .

L’importante è quello che chiamiamo INDICE GLICEMICO.

I glucidi sono classificati in funzione della loro capacità di provocare la produzione di insulina. Più uno zucchero entra rapidamente nel sangue dopo il suo ingerimento, più cresce la produzione di insulina ( ormone prodotto dal pancreas) che fa abbassare la glicemia.

L’indice glicemico è per esempio di 100 per il glucosio, di 65 per il pane integrale, di 51 per la pasta, di 39 per le patate e di 29 per il fruttosio.

Avete capito tutto.

Ricapitoliamo:

Nel trattamento nutrizionale del malato di cancro:

  1. Non si deve eliminare sistematicamente gli zuccheri.
  1. Favorire al massimo gli zuccheri che hanno un indice glicemico più basso possibile per limitare la secrezione di insulina
  1. Il fruttosio é lo zucchero più adatto.

Le poliammine

Sono la putrescina, la cadaverina, la spermitina e l’ agmatina.

Indispensabili per la moltiplicazione di certe cellule. Le cellule cancerose sono molto golose  di poliammine, quindi se togliamo  le poliammine  ad una cellula cancerosa dovrebbe smettere di replicarsi.

E’ semplice ma troppo semplice!!!!

In effetti : Sopprimere gli alimenti contenenti delle poliammine é molto difficile da applicare, e inoltre non è sufficiente : inanzitutto dobbiamo abolire più della metà degli alimenti comuni e, Inoltre, bisogna cambiare la preparazione e la conservazione ed utilizzare solamente prodotti freschi. Unicamente persone molto determinate e tenaci possono seguire queste regole. Dalla nostra esperienza, ci risulta che solo il 5% dei pazienti ci riesca.

Piu problematico ancora, al di fuori degli alimenti, esistono altre 2 fonti di poliammine nell’organismo: le cellule sani e i batteri dell’intestino.

I fattori di crescita

Un fattore di crescita è una sostanza o molecola capace di stimolare o di diminuire la crescita cellulare. Possono essere gli ormoni per esempio.

In generale, sono delle glicoproteine ( molecole composte di zuccheri e di proteine) che stimolano la crescità ma anche la proliferazione e la differenziazione delle cellule. Il loro ruolo è importante nella produzione cellulare eccessiva di alcuni cancri, ma possono qualche volta partecipare alla nascità delle cellule maligne.

In teoria, hanno un’azione ben specifica relativa ad un tipo determinato di cellule. Alcuni scienziati pensano che questa specificità non sia totale e che certi fattori di crescità possono essere utilizzati dalle cellule maligne. È il caso del fattore di crescità specifico alle piastrine, il PGF che è utilizzato dalle cellule cancerose come lo dimostrano i numerosi lavori in vitro.

La nostra alimentazione contiene obbligatoriamente dei fattori di crescità, in particolare nel latte e nelle carni.

Il latte contiene degli estrogeni ( piu o meno 250 ng/litro) sospettti di influenzare la nascita e lo svillupo di alcuni cancri ( mamella in particolare). Contiene anche delle proteine che stimolano la sintesi del fattore di crescità IGF1.

Le carni contengono dei fattori di crescità prodotti naturalmente dall’animale ma provengono anche dai metodi di allevamento e alimentazione degli animali.

Finalmente, ridurre l’apporto di questi elementi è possibile ma difficile. Eliminarle impossibile.

Questo non significa essere inutile, e seguire queste regole generali indicate precedentemente è auspicabile.

Ma secondo me, il trattamento nutrizionale del malato di cancro non si ferma qui e comporta due altri capitoli che mi sembrano molto piu importanti dal punto vista pratico:

l’inquinamento extra ed intracellulare è la causa principale della genesi dei cancri come la maggioanza

delle grandi malattie. Diventa evidente che agire a questo livello resta importante. La detossicazione e la lotta contro l’apporto supplementare di radicali liberi è dunque auspicabile, anche in prevenzione. Soprattutto considerato il fatto che le terapie subite dal malato di cancro sono delle sorgenti di radicali liberi.  In fatti, tutto si gioca  al livello dell’ intestino: alcuni alimenti, in particolare quelli industriali, provocano la formazione di una flora di putrefazione tossica, fenomeno aumentato dall’ uso esagerato di farmaci (antibiotici e lassativi), provocando un’ aggressione alla mucosa intestinale. Il danno sugli enterociti e spesso la loro distruzione, portano ad una patologica permeabilità dell’ intestino tenue.

Questo permette a certe molecole alimentari e batteriche di attraversare la barriera intestinale e raggiungere la circolazione sanguigna o linfatica per penetrare nel liquido extracellulare e nella cellula.

Fino ad un certo punto l’ organismo può difendersi dai radicali liberi specie quando gli emuntori permettono la loro eliminazione.

Preservare lo stato generale, sostenere il suo sistema immunitario, proteggere i suoi emuntori e diminuire cosi la tossicità delle terapie anticancro. Tutto questo è possibile grazie all’alimentazione ed all’assunzione di complementi alimentari scelti con cura e di qualità.

Questo è primordiale per ottenere quello che manca ai nostri trattamenti oncologici:Il comfort.

È un vero peccato che l’oncologia non abbia encora capito l’importanza di questo aspetto nell’interesse del malato.

In conclusione, voglio insistere su questa nozione fondamentale:

« Siamo tutti diversi,  una terapia o una dieta uguale per tutti non è né logica, né scientifica».

E perche il futuro é probabilmente la nutrigenetica. A partire dai geni si puo’ eventualmente capire quali sono gli alimenti adatti e non ad ogni persona. Ma siamo encora all’inizio della strada…………

FONTE: http://philippe-lagarde.blogspot.it/2012/10/nutrizione-in-oncologia.html

 PUOI APPROFONDIRE L’ ARGOMENTO LEGGENDO ANCHE QUESTO ARTICOLO: APPROFONDIMENTO SULLE POLIAMMINE NEI CIBI !

 

RICORDIAMO COMUNQUE CHE NON BISOGNA FARE ALLARMISMO O ESSERE INTEGRALISTI E’ SEMPRE LA DOSE A FARE IL VELENO, MANGIARE CIBI RICCHI DI POLIAMMINE MODERATAMENTE NEI SOGGETTI SANI NON PROVOCA DANNI, ANCHE SE IN CERTE CIRCOSTANZE E IN CERTE PATOLOGIE GRAVI POSSONO ESSERE ANCHE SOSPESE MA DOVRA’ ESSERE IL VOSTRO MEDICO-NUTRIZIONISTA/NATUROPATA A DIRVELO, CHE VALUTERA’ PER VOI I CONSIGLI PIU’ IDONEI.

 

N.B.: Le informazioni fornite su questa pagina hanno scopo puramente informativo; esse non possono         sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico naturopata.

VI CONSIGLIAMO PER APPROFONDIRE LA LETTURA DI QUESTI TRE LIBRI: 

  1. BUONO SANO E VEGANO della Dott.ssa Michela De Petris
  2. ALIMENTARE IL BENESSERE del Dottor Franco Berrino
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